lunedì 3 ottobre 2011







Il tempo scorre veloce facendo dimenticare le tappe della nostra vita e quelle della storia, ma oggi ad un giorno dalla sua nascita vorrei ricordare un grande uomo che con la sua filosofia ha cambiato il destino di un popolo.

Mohandas Karamchard Gandhi, padre dell’indipendenza Indiana e fondatore del movimento della non violenza veniva chiamato Mahatma che significa Grande Anima. Questo soprannome gli era stato dato dal poeta
indiano R. Tagore.

Mohandas nasce il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India, di famiglia benestante può permettersi di  studiare all’università di Ahmrdabad e in quella di Londra. Si laurea in giurisprudenza.
Dopo aver lavorato come avvocato a Bombey  nel 1893 si reca in Sud Africa con l’incarico di consulente legale per una ditta indiana. In questo luogo scoprirà le terribili condizioni di vita dei suoi connazionali dovute alla dominazione Britannica. Da allora  il Mahatma lotta per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti.
Dal 1908 sperimenta il suo metodo di lotta basato sulla resistenza non violenta.
Dopo lunghi anni di lotta, disobbedienza sociale e carcere il Mahatma riesce ad ottenere dalle autorità sudafricane il riconoscimento di  importanti riforme per i lavoratori indiani, a cui seguono una serie di altri riconoscimenti da parte dei governi dell’epoca.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale Ghandhi dichiara pubblicamente di non sostenere l’Inghilterra nella lotta a meno che non venga riconosciuta l’indipendenza dell’India.
Il governo Britannico reagisce incarcerando circa 60.000 suoi seguaci e lui stesso.
Il Mahatma verrà rilasciato dopo due anni.
Il 15 agosto del 1947 l’India conquista l’indipendenza.
Ghandi però non è soddisfatto perché il suo paese è diviso in due stati
India e Pakistan.
Questa separazione tra Indu’ e Mussulmani, sfocerà in  una sanguinosa guerra civile che porterà alla morte di un milione di persone.


L'uomo che predicava la non violenza verrà ucciso, durante un ritrovo di preghiera, da un fanatico indu’ il 30 gennaio 1948.


1 commento:

  1. “È meglio confessare i propri errori: ci si rtirova più forti" Ghandi

    Silvia

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