sabato 31 dicembre 2011


Alcuni ricordi sono come la polvere. Non quella che si posa per il disuso o per l’oblio. Alcuni sono così sepolti sotto di essa che passandovi sopra un dito,non resta l’impronta. Nemmeno il fiato di tutte le persone del mondo a soffiare su quella polvere sarebbe bastato. Ci restano così tante cifre, tanti numeri impressi dentro la memoria, tanti orari, tante immagini, tanti odori, tante schegge, tanti dolori. Dentro quel ricordo di come, in un attimo, un giorno diventa un deserto.
(Alessia Auriemma)

giovedì 29 dicembre 2011

Viaggiare è vivere , vivere è un viaggio dentro di noi...



Non esistono due viaggi uguali che affrontano il medesimo cammino
Aleph, Paulo Coelho


Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
Charles Baudelaire, I fiori del male


Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto



Un viaggio per quanto terribile possa essere, nel ricordo si trasforma in qualcosa di meraviglioso.
Banana Yoshimoto, Un viaggio chiamato vita
*




mercoledì 28 dicembre 2011

Dimenticare il cervello e ascoltare il cuore...


...lo so che ti suona smielato, ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera.
Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore...
Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.
( Vi Presento Joe Black)

Ritorniamo a uno dei temi più bello e allo stesso tempo più complicato e, a volte, distruttivo, dell'amore.
Questa frase è bellissima, tratta da un film altrettanto bello.
Un bel film,non ci sono dubbi.Un uomo all'apice del successo,viene contattato dall'Angelo della morte.In un momento comprende che deve lasciare tutto, famiglia,lavoro ,casa,successo e futuro, ma anche il momento di andarsene deve arrivare,così, mentre il miliardario si prepara, l'Angelo si introduce nella sua vita,con il nome di Joe Black.Joe conosce le figlie del suo uomo e fa innamorare una di loro. A poco a poco la vita del protagonista cambia, cambiano le sue percezioni,i suoi valori,cambia la sua visione del mondo,il suo rapporto con il successo ed il denaro,cambia il suo rapporto con il tempo e l'altruismo lo travolge.In un crescendo di avvenimenti arriva pronto al suo momento,e finalmente va via con Joe.Hopkins è grandioso,perfetto nei panni del miliardario giunto al bivio,Brad Pitt è così bello da riuscire a convincerci che si tratta di un angelo e tutto il film è permeato da uno strano alone di dolcezza che lascia il segno.



"Io non sento il tuo cuore! Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente equivale a non vivere... ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto". (Bill Parrish)

Non voglio commentare questo post, ma lasciare a voi la libertà di farlo chiedendovi solo se voi riuscite a dimenticare il cervello e ascoltare il cuore...

martedì 27 dicembre 2011

PANETTONE



Qualche notizia sul Panettone rubata a Wilkipedia.

Tipicamente ha una base cilindrica di 30 cm di altezza che termina in una forma a cupola. Basi ottagonali o a sezione a forma di stella sono più comuni per il pandoro. È ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova o anche tuorli, al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta.
Il panettone nasce a Milano ai tempi di Ludovico il Moro, e ancora oggi è prodotto secondo la ricetta di 500 anni fa. A Milano fino al 900 erano in moltissimi tra fornai e pasticceri a produrre il panettone, oggi però le grandi ditte industriali di panettoni sono dislocate in tutta Italia, mentre a Milano rimangono ancora tanti artigiani che producono un panettone secondo la ricetta tradizionale.
Chi scoprì il panettone secondo la tradizione? Le origini del panettone sfumano a tratti nella leggenda. Sono due le storie che godono di maggior credito. 1) Messer Ughetto degli Atellani, falconiere, abitava nella contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere da lui come garzone e, per incrementare le vendite, provò a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornò. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane, e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti. 2) Il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un sontuoso pranzo di Natale, a cui erano stati invitati molti nobili del circondario, ma il dolce, dimenticato nel forno, quasi si carbonizzò. Vista la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: “Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola”. Il cuoco acconsentì e, tremante, si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il nome di quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: “L’è ’l pan del Toni”. Da allora è il “pane di Toni”, ossia il panettone.
Pietro Verri narra di un’antica consuetudine che nel IX secolo animava le feste cristiane legate al territorio milanese: a Natale la famiglia intera si riuniva intorno al focolare attendendo che il pater familias spezzasse “un pane grande” e ne porgesse un pezzo a tutti i presenti in segno di comunione. Nel XV secolo, come ordinato dagli antichi statuti delle corporazioni, ai fornai che nelle botteghe di Milano impastavano il pane dei poveri (pane di miglio, detto pan de mej) era vietato produrre il pane dei ricchi e dei nobili (pane bianco, detto micca). Con un'unica eccezione: il giorno di Natale, quando aristocratici e plebei potevano consumare lo stesso pane, regalato dai fornai ai loro clienti. Era il pan di scior o pan de ton, ovvero il pane di lusso, di puro frumento, farcito con burro, miele ezibibbo. Alla fine del Settecento si verificò una novità inattesa: la Repubblica Cisalpina s’impegnò a sostenere l’attività degli artigiani e dei commercianti milanesi favorendo l’apertura dei forni, mondo di delizie in cui guizzavano indaffarati i prestinee, e delle pasticcerie, regno incantato degli offellee. Nel corso dell’Ottocento, durante l’occupazione austriaca, il panettone diventò l’insostituibile protagonista di una annuale abitudine: il governatore di Milano, Ficquelmont, era solito offrirlo al principe Metternich come dono personale. La ricetta del panettone viene ripresa da Angelo Vergani nel 1944 fondatore della Vergani azienda che ancora oggi produce il panettone a Milano. Il poeta Pastori, uno dei più apprezzati poeti Milanesi del 900 cita il panettone Vergani in una delle sue poesie.

lunedì 26 dicembre 2011

I Magi


Ci eravamo sordati ....

I MAGI



Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra s'ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso ed oro.

(G. D'Annunzio) 

domenica 25 dicembre 2011

Canto di Natale



 
 
 
NOTTE SILENZIOSA


Vago ciel
senza vel
quante stelle conti mai?
Oh, infinite sono.
Simil di lodi, il suono
S'innalzi al Creator
Dolce Natal, Santo Natal!
Notte sacra e pura
tra una mucca e un agnellin
è nato un piccolo Bambin.
Dormi, o Bimbo divino
dormi, o Bimbo divin!
Dolce Natal, Santo Natal!
Da lassù un canto vien
tutto il cielo si fa canor
sceso in terra è il Redentor.
Gloria e gloria all'amore
Gloria, gloria all'Amor!

(Canto tradizionale tedesco) 

Oggi vi riporto integralmente una ricetta di Natale Americana

(dal sito Super Eva)

I Brownies al cioccolato per una dolce merenda con i bambini
Brownies al cioccolato
Una ricetta facile facile dedicata anche ai bambini sono i Brownies al cioccolato, tipica ricetta americana molto in uso durante le festività natalizie.
Ingredienti per 5 persone:
150 gr farina;
100 gr noci;
1 cucchiaino lievito dolci;
150 gr cioccolato fondente;
120 gr burro;
150 gr zucchero semolato;
3 uova:
sale q.b.
Preparazione:
Cioccolata e BrowniesMettete dell’acqua in un pentolino e portate a bollore, abbassate il fuoco in modo che l’acqua continui a bollire ma delicatamente, immergete all’interno un altro pentolino in cui avrete collocato il cioccolato fondente che avrete fatto a pezzetti ed il burro, mescolate fino a scioglimento.
Iniziate a scaldare il forno a circa 160 gradi, intanto prendete una teglia e mettete al suo interno la carta da forno.
Togliete dal fuoco la cioccolata e lasciate intiepidire (non raffreddare).
In una casseruola mettete la farina, un pizzico di sale e il lievito, unite lo zucchero alla cioccolata,
sbattete le uova e mischiatele alla cioccolata, versate il tutto nella farina e amalgamate bene, infine incorporate le noci sminuzzate.
Versate il tutto nella teglia precedentemente preparata, infornate e portate a cottura per circa mezzora.
Per verificare la giusta cottura, fate come le torte, inserite uno stuzzicadenti che, sfilandolo, dovrà risultare completamente asciutto.
A questo punto togliete la teglia dal forno e lasciate raffreddare; infine passate il composto su un piano da lavoro e tagliatelo a piccoli quadratini.
Buonissimi da servire con il tè o una fumanete tazza di cioccolata per una gustosa merenda in queste fredde giornate invernali.
1^ Foto: www.ziqurrat.it

sabato 24 dicembre 2011



I RE MAGI

Dall'Oriente noi veniam
da un paese assai lontan.
Monti e fiumi attraversiam
e la stella sempre seguiam.
Nella piana di Betlemme
un gran Re oggi è nato,
e per questo oro e argento
noi a Lui abbiamo portato.

(Canto tradizionale inglese) 

venerdì 23 dicembre 2011

Ingredienti e ricetta del Panettone



Il panettone si prepara così:
(Secondo Wikipedia)


Per la produzione del panettone artigianale milanese si utilizzano esclusivamente i seguenti ingredienti:
  • Acqua
  • Farina
  • Miele
  • Uova fresche e/o tuorli pastorizzati
  • Latte pastorizzato e/o latte UHT e/o latte condensato e/o latti fermentati e/o yogurt
  • Burro e/o burro anidro
  • Burro di cacao
  • Uvetta sultanina
  • scorze di arancia candite
  • cedro candito
  • Lievito naturale
  • Sale
Si possono utilizzare in aggiunta:
  • Zucchero
  • Malto ed estratto di malto
  • Vaniglia
  • Aromi naturali.
Secondo la tradizione non è consentito l’uso di alcun altro ingrediente, ed in particolare di: lievito di birra, amido, grassi vegetali (ad esclusione del burro di cacao), siero di latte e derivati, lecitina di soia, coloranti, conservanti, :
  • 1) Preparazione del lievito naturale.
Si intende per “lievito naturale” un impasto costituito da acqua e farina di frumento, acidificato dalla attività fermentativa di lieviti e batteri lattici derivanti dalla madre. Si intende per “madre” una porzione d’impasto di lievito naturale prelevata da una lavorazione precedente che funge da innesto microbico.
  • 2) Preparazione degli impasti lievitati.
La quantità degli ingredienti, la successione delle aggiunte dei vari ingredienti, il numero di impasti e le condizioni di lievitazione (tempo, temperatura, umidità) che si adottano per ottenere l’impasto finale dipendono dalla scelta del produttore. Tale discrezionalità, che è basata sulla esperienza e tradizione di ogni produttore, contribuisce a creare quella varietà di gusti, aromi e strutture che costituiscono la peculiarità e la ricchezza della produzione artigianale. 1° impastamento → sosta di lievitazione → impasto lievitato → 2° impastamento → sosta di lievitazione → impasto lievitato.
  • 3) Formatura.
La fase di formatura condiziona l’ottenimento dell’aspetto finale del prodotto; viene tradizionalmente realizzata attraverso le seguenti operazioni: spezzatura, cioè porzionatura dell’impasto finale lievitato; “pirlatura”, cioè arrotondamento delle porzioni d’impasto; posa dei “pirottini”, cioè deposizione dell’impasto negli stampi di cottura.
  • 4) Lievitazione finale.
La lievitazione finale si realizza nello stampo di cottura in condizioni di tempo, temperatura ed umidità dipendenti dall’esperienza personale dell’artigiano; durante la lievitazione si opera la “scarpatura” che consiste nell’incidere la superficie superiore dell’impasto con un taglio a forma di croce.
  • 5) Cottura.
La cottura è di circa 50 minuti a 190° per pezzatura da 1 Kg.
  • 6) Raffreddamento.
In questa fase è previsto il capovolgimento del prodotto. Al termine del raffreddamento viene stampata o punzonata la data sul pirottino in maniera indelebile.

giovedì 22 dicembre 2011

Guido Gozzano



LA PECORINA



La pecorina di gesso
sulla collina di cartone,
chiede umilmente permesso
ai magi in adorazione.
Lungi nel tempo, vicino nel sogno, pianto e mistero
c'è accanto a Gesù Bambino,
un bue giallo, un ciuco nero.

(Guido Gozzano) 

mercoledì 21 dicembre 2011

Pane di Natale Norvegese



Oggi scopriamo cosa mangiano i Norvegesi a Natale.
Il Julekake


Ingredienti:  2 bustine di lievito in polvere, ½ tazza di acqua calda, 1 cucchiaino di zucchero, 1 tazza di latte scaldato, ½ tazza di burro, 1 uovo sbattuto, ½ tazza di zucchero, ½ cucchiaino di sale, ¾ cucchiaino di cardamomo, circa 5 tazze di farina, ½ tazza di succi di cedro, ½ tazza di ciliegie candite, ½ tazza di uva passa bianca.
Sciogliere il lievito e un po' di zucchero in acqua calda. Scaldare il latte e aggiungerci il burro. Far raffreddare a temperatura ambiente. Aggiungere l'uovo e il composto con il lievito al preparato di latte e burro. Aggiungere lo zucchero, il sale e il cardamomo. Incorporare 2 tazze di farina e miscelare bene. Mescolare la frutta con un po' della farina rimanente così che non si attacchino i vari pezzi l'uno all'altro e aggiungere al composto che stiamo lavorando. Incorporare il resto della farina.
Impastare il composto su di un canovaccio infarinato fino a che diventi omogeneo. Mettere l'impasto in una ciotola unta. Coprire e lasciar lievitare fino a che raddoppi di volume.
Dividere l'impasto in 2 parti e fare delle pagnotte rotonde. Mettere queste due pagnotte su di un foglio di carta forno e lasciare che lieviti ancora raddoppiando nuovamente il suo volume.
Infornare a 175°C per 30/40 minuti. Mentre sono ancora calde, spennellate le pagnotte con del burro fuso o decoratele con dello zucchero a velo glassato con l'aggiunta dell'aroma di mandorle. Decorate con ciliegie candite e mandorle se lo desiderate.
Ricetta del sito ufficiale Norvegese

martedì 20 dicembre 2011

Filastrocca


FILASTROCCA DI CAPODANNO



Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l'anno:
voglio un gennaio col sole d'aprile,
un luglio fresco, un marzo gentile,
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco,
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

(Gianni Rodari) 

lunedì 19 dicembre 2011

Capodanno



Cari amici,.
oggi vorremmo ringraziarvi per averci seguiti sino a quì.

In questi giornoi abbiamo raggiunto la soglia di 7.000 entrate e vorremmo dirvi che è solo merito vostro e dei vostri voti.

Lo staff del blog vi augura un meravigkioso 2012.
e...attenzione ai "botti" !!!

Ps: continuate a seguiri e a darci dei consigli per migliorare il nostro blog !!!!

E se avete un attimo di tempo libero inviateci i vostri racconti, diteci sosa avete fatto durante queste feste, dove, e con lchi e avete trascorse...noi faremo lo stesso a breve.

Un abbraccio Bengiamin e Bengiamin

domenica 18 dicembre 2011

I nomi delle renne di Babbo Natale..li ricordate??



in Italiano
Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato, Cupido.
In inglese
Comet, Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Donder, Blitzen, Cupid.
In Inglese renne si dice reindeers.

martedì 13 dicembre 2011

Concerto di Natale


Sabato 17 dicembre alle ore 21, presso il Collegio S. Giuseppe di Torino, si svolgerà un concerto di Natale di musica classica. 
L'intero ricavato verrà devoluto a due Associazioni, la Bievol e "Un Sogno per Martina" ONLUS.
Vi aspettiamo numerosi, e vi chiediamo in occasione di questo Natale di regalarci la possibilità di continuare a realizzare il nostro sogno...

domenica 11 dicembre 2011



Oggi parliamo della tradizione del Presepe e ci facciamo aiutare da wikipedia:

La tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale.
Il primo presepe scolpito a tutto tondo di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. NelXV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale.
Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trentopoiché ammirava la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli.
Con i secoli successivi il presepe occupò anche gli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.
Wikipedia




Storia dell'Albero di Natale    (Wikipedia)


L'immagine dell'albero come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal Cristianesimo. L'abete, essendo conifera sempreverde, facilmente richiama il perpetuarsi della vita anche in inverno. Presso molti popoli, in particolare gli Indoeuropei, l'Albero Cosmico rappresenta la manifestazione divina del cosmo. Ne sono esempi l'albero Cosmico indiano" il puro, il Brahman. Tutti i mondi riposano in lui" (Katha - Upanishad VI, 1), lo Yggdrasil germanico, il veterotestamentario Albero della Vita (Genesi 2 ,3). Molti commentatori cristiani lo identificarono con Gesù Cristo o Sant'Antonio da Padova. Tra di loro Beda il Venerabile che scrisse :[1]" Figura anche di un mistero spirituale, cioè del nostro Dio e Signore Gesù Cristo. Di lui è detto, nella lode della Sapienza :" È l’albero della vita per coloro che l’afferrano " (Proverbi, 3, 18). Ruperto di Deutz scrisse che "albero della vita è il Cristo"[2].
La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza anche se sembra che sia nata a Tallinn, inEstonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani scapoli uomini e donne ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Tradizione poi ripresa dalla Germania del XVI secolo. Ingeborg Weber-Keller (professore dietnologia a Marburgo) ha identificato, fra i primi riferimenti storici alla tradizione, una cronaca di Brema del 1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510).
Il teologo luterano Oscar Cullmann sostiene che l'albero di Natale accoglie, certamente, i miti dell'albero, simbolo del rinnovarsi della vita, delle antiche genti europee (e asiatiche e amerindi ecc.), ma direttamente esso trae la sua origine dagli alberi innalzati, e ornati di frutti e altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali: durante queste cerimonie, quasi liturgiche, si metteva in scena episodi biblici, come il Genesiaco racconto dell'antro della vita.
Precedentemente a questa prima apparizione "ufficiale" dell'albero di natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale celebrato proprio in Germania il 24 dicembre, il "gioco di Adamo e di Eva" (Adam und Eva Spiele), in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del Paradiso. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché questi ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Non a caso, sempre in Germania, l'abete era anche il posto in cui venivano posati i bambini portati dalla cicogna.
L'usanza, originariamente intesa come legata alla vita pubblica, entrò nelle case nel XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. L'uso di candele per addobbare i rami dell'albero è attestato già nel XVIII secolo.
Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno. I cattolici la consideravano un uso protestante. Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi. A Vienna l'albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, ed in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans.
La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in modo particolare nell'Europa di lingua tedesca (si veda per esempio l'usanza dei mercatini di Natale), sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizionale presepe). A riprova di questo sta anche la tradizione, introdotta durante il pontificato diGiovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addobbare l'albero come una celebrazione del legno (bois, in francese è sia inteso come "albero" sia come "legno") in ricordo della Croce che ha redento il mondo (Padre Thomas Le Gal); si noti la similitudine dell'albero con il pilastro cosmico chiamato Yggdrasill dalla mitologia nordica, fonte della vita, delle acque eterne, cui è vincolato il destino degli uomini: similitudini queste sincreticamente assorbite nel culto cristiano che celebra l'albero di Natale e la Croce stessa. La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata anche dai missionari cristiani tra l'VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale.

Francobolli natalizi del 2007 (Ucraina)
Nei primi anni del novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Neldopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, che ha fatto dell'albero di Natale un potenzialestatus symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.

Wikipedia