sabato 1 ottobre 2011

Gli ingredienti segreti dell'amore




Oggi, sempre rimanendo sull’argomento di questa settimana, l’amore, vorrei fare con voi un viaggio nel mondo dei libri, e in particolare nel libro “Gli ingredienti segreti dell’amore” di Nicolas Barreau (Feltrinelli, 2011).
Nicolas Barreau è nato a Parigi nel 1980 da madre tedesca e padre francese e perciò perfettamente bilingue. Ha studiato Lingue e letterature romanze alla Sorbonne, ha lavorato in una piccola libreria sulla Rive Gauche e infine ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Ha una passione per i ristoranti e la cucina, crede nel destino, è molto timido e riservato e non ama mostrarsi in pubblico, proprio come il misterioso scrittore descritto nelle pagine di questo romanzo. I suoi tre romanzi hanno ottenuto un ottimo successo grazie al passaparola dei lettori.

È la Parigi novembrina che fa da sfondo a “Gli ingredienti segreti dell’amore”, delicato e brillante romanzo che in poco tempo ha conquistato i cuori di tanti lettori. “L’anno scorso, a novembre, un libro mi ha salvato la vita”. Così ricorda Aurélie Bredin affascinante proprietaria de Le temps de cerises “piccolo ristorante con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princess, lontano dalla folla di boulevard Saint - Germain”.

“La giovane era cresciuta sola con il padre, proprietario del ristorante, seduta in cucina con i suoi quaderni di scuola intenta a osservare il lavoro incessante degli addetti, assaporando “mille profumi stuzzicanti” in mezzo “al tramestio di tegami e padelle”. L’anno precedente Aurélie aveva perso il padre all’improvviso e anche il fidanzato Claude che l’aveva abbandonata lasciandole un laconico biglietto sotto il barattolo di marmellata di albicocche “… ho incontrato la donna della mia vita… mi dispiace… abbi cura di te”. Per dimenticare il dolore del doppio abbandono Aurélie si era ritrovata a girovagare in un freddo e grigio pomeriggio di novembre disseminato di foglie secche lungo i boulevard, un’atmosfera che ricorda la poesia Le feuilles mortes di Jacques Prévert “et la vie sépare ceux qui s’aiment, tout doucement, sans faire de bruit… ”.

Sotto “un cielo blu cupo che si stendeva sopra Parigi come una stola di velluto” Aurélie senza rendersene conto si era ritrovata all’Ile Saint - Louis una delle due isole naturali della Senna che secondo alcuni “è il cuore di Parigi”. La ragazza era entrata per caso nella Librairie Capricorne, dove aveva acquistato Il sorriso delle donne scritto da un giovane autore inglese e pubblicato dalle Editions Opale. Grande era stata la sorpresa di Aurélie dopo aver letto le prime pagine del romanzo: “La storia che sto per raccontare inizia con un sorriso e finisce in un piccolo ristorante dal nome promettente Le Temps des cerises. Si trova a Saint - Germain - des - Prés, là dove pulsa il cuore di Parigi”. La protagonista del libro descritta dall’autore Robert Miller era identica ad Aurélie “capelli lunghi mossi e biondo scuro, è di statura media, magra e indossa un mio vestito… ”. Non poteva trattarsi di una coincidenza quindi la ragazza si rivolse all’editor André Chabonnais per conoscere Robert Miller. Ma l’impresa non si sarebbe rivelata facile… “Era dietro la vetrina di un ristorante grande quanto un soggiorno… ”.
Questo libro ha la capacità di far sognare, perché come ci insegna il giovane, ma già abile e saggio autore, “spesso il confine tra felicità e infelicità è labile”. Non stupisce quindi il fatto che il volume in Germania a sei mesi dalla sua pubblicazione sia stato ristampato ben cinque volte. La storia di Aurélie che ha ricevuto in eredità dal padre un ristorantino che è una bomboniera, il famoso Menu d’amour (che si trova pubblicato alla fine del volume) “e una serie di saggi aforismi sulla vita” come “Post Nubila Phoebus” (dopo le nuvole, il sole), emozionerà anche i lettori italiani sedotti dalla grazia di Aurélie, dalla sua tenacia e dal fascino di una città unica al mondo. Attenzione però, l’autore nella nota finale precisa che il ristorante di Aurélie non esiste, perché “deve restare un luogo della fantasia, un luogo dove i desideri si avverano e tutto è possibile”.



Insieme alla protagonista del romanzo che ama collezionare pensieri, comprare dei fiori quando è inquieta e alla quale non piacciono i cambiamenti, pagina dopo pagina ecco la Ville Lumière più sfolgorante, più affascinante che mai. I giardini de la Tuileries, il Louvre, il Café de Flore, Parigi a Natale quando “gli alberi nodosi degli Champs - Élysées erano addobbati con migliaia di piccole luci”, il piccolo quartiere animato nel quale vive Aurélie “al terzo piano di un antico palazzo con i gradini consumati e senza ascensore” dalle cui finestre “vedevo il rinomato Le Procope, il ristorante che sta lì da secoli ed è passato alla storia come il primo caffè di Parigi”.
Insomma un libro che può proiettarci in un mondo di sogni, in una delle città più belle del mondo e che riesce a farci credere che, almeno nei libri, il vero amore esiste…

venerdì 30 settembre 2011



Abbiamo parlato dell’Amore, quello con la A maiuscola e quale fiore più di ogni altro può esserne il simbolo ?

Nell’immaginario collettivo il simbolo profumato che incarna le passioni ed i travagli d’amore è la rosa.

Tutti conosciamo la rosa rossa segno di ardore, quella bianca di purezza, la gialla di gelosia e la blu che è venuta alla ribalta negli ultimi anni.

rosa rossa pegno d'amore





Oggi vorrei parlarvi delle rose antiche.
Rose ormai rarissime e molto dissimili dalle loro sorelle moderne.

Le rose antiche esistevano già prima del 1867.

Distinguiamo primariamente due caratteristiche quelle che fioriscono una l’anno e quelle che presentano più fioriture.

Ambo sono piante forti e robuste, non necessitano di particolari cure e sono facili da coltivare, sono in grado di resistere sia a temperature molto fredde che molto calde (fino a quaranta gradi).




Rose ormai rarissime e molto dissimili dalle loro sorelle moderne.


Qui di seguito vi farò fare un viaggio tra questi profumatissimi fiori.  



Tutte le rose Galliche discendono dalla specie botanica Rosa gallica, piccolo arbusto rustico e vigoroso, poco spinoso, dal fiore semplice rosa chiaro. La Rosa gallica era già conosciuta in Europa all'epoca dei Romani ed è ben possibile che questi ultimi abbiano contribuito a diffonderne la coltivazione.
Una di queste rose, la Rosa gallica officinalis, fu coltivata nei giardini dei primi monasteri per la produzione di acqua di rose, di conserva di rose e per usi medicinali.
Tra gli ibridi di questa specie si trovano alcune bellissime variet
à dalle magnifiche sfumature di colori come il carminio, il porpora, il malva. I fiori possono essere da semplici a stradoppi. Formano bassi cespugli ed emanano ricche fragranze.




Belle Isis'
Questa rosa è unica tra le galliche per il suo profumo, spesso descritto dai poeti come quello della mirra. I conoscitori di rose antiche usano mescolare quest'arbusto ad altri per ottenere una piacevole combinazioni di profumi.
I fiori, molto pieni, si aprono piatti e sono di un delicato rosa sfumato. Molto apprezzata in giardino e come rosa da taglio. Introdotta da Parmentier nel 1845. cm 120x90




Che fiori inviate al vostro amore ???