sabato 3 dicembre 2011

Il pesce pagliaccio che ci attira con i suoi meravigliosi colori, le sue movenze morbide e delicate mi riporta alla mente un pensiero che da tempo  mi frulla in testa.
Quante persone abbiamo incontrato nella nostra vita che che si sono rivelate non essere quelle che pensavamo, quante si sono rivelate migliori e quante peggiori?

Quanti pagliacci trasformisti abbiamo incontrato nel nostro  cammino ?

venerdì 2 dicembre 2011

Oggi vi chiedo un consiglio.
Qualche anno fa ho confezionato questo mobiletto, dipingendolo e riempiendolo di fiori secchi, oggi riguardandolo non saprei dire se mi piace o no.
Aiutatemi voi.

mercoledì 30 novembre 2011

Di cosa hai bisogno?


Oggi mi hanno chiesto di cosa avevo bisogno, io avrei voluto rispondere con il cuore e dire la verità, ma non ho potuto e ho dovuto usare una frase da mediatrice e poi mi è venuta in mente questa poesia di una scrittrice straordinaria come A. Merini:


Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.(A.Merini)


E voi riuscite a dire alle persone che amate ciò di cui avete veramente bisogno?

martedì 29 novembre 2011


A volte vivere è restare imbrigliati nei proprio obblighi, nelle proprie responsabilità, e vedere la vita scorrere via attraverso le grate di una finestra chiusa. 

lunedì 28 novembre 2011

L'amore esiste?


Si legge spesso che l’amore si pone al di là del tempo e dello spazio, che l’amore è ciò che ti permette di superare ogni ostacolo e vincere ogni battaglia.
Ma è poi così vero?
Quanti di noi hanno creduto in questo e poi si sono dovuti ricredere?


Quanti di voi hanno dato tutto ciò che possedevano, hanno investito tutto e di più, si sono “spogliati” davanti alla persona che hanno amato, hanno regalato il proprio cuore e affidato la chiave per entrarci e poi si sono ritrovati senza più nulla, senza nemmeno più se stessi, privati di tutto, catapultati in un mondo vuoto dove c'è solo assenza, mancanza, desolazione, abbandono, come se sulla faccia della terra non esistesse più nessuno?
Vorremo sapere cosa ne pensate voi, le vostre esperienze.
Intanto vi consiglio questo film, per chi è in "difficoltà", "L'amore non basta"...


Martina è un'assistente di volo a tempo pieno e studentessa a tempo perso. Durante un volo di linea conosce Angelo, un ragazzo timido e introverso che come lei vive in un piccolo paese dell'Abruzzo. Rinvenuto il suo diario, Martina decide di restituirglielo. Quello che sembrava un oggetto dimenticato si scoprirà invece un rinnovato voto d'amore. Perché Martina e Angelo si conoscono da tempo e si amano irrimediabilmente ma instabilmente. L'amore che basta a innamorarli non basta a legarli per sempre. 
La storia raccontata da Stefano Chiantini oscilla tra l'apertura e la chiusura, con i personaggi, interpretati da Giovanna Mezzogiorno e da Alessandro Tiberi, che sembrano tentati di aprirsi e di aprire ma poi ricadono nella tendenziale mancanza di desiderio e nella sicurezza abitudinaria di una routine fatta di solitudini, fantasmi, ostruzioni ed ossessioni. 
L'autore abruzzese prova ad aprire varchi (il diario lasciato sull'aereo) e a intessere relazioni ma i contatti tra i due protagonisti si rivelano come occasioni perdute. Le tensioni verso l'altro si ripiegano su se stesse e sul proprio inevitabile scacco. Proprio qui si colloca l'originalità dello sguardo di Stefano Chiantini, nella lucidità con cui rappresenta il paesaggio sociale come un territorio popolato dal disagio, dall'apatia e dall'insicurezza. Martina e Angelo sono attraversati da flussi psichici e vitali mutevoli e sfuggenti, condividono e vivono uno stato di congenita indecisione, sempre alle prese con l'obbligo di scegliere che cosa fare della loro vita e del loro amore, ammesso che sia il caso di fare qualcosa.
La scelta della provincia, l'assunzione di una città "di montagna" (l'Aquila) o di un piccolo paese come orizzonte paesaggistico e formale è radicata alle origini del regista, per cui il cinema è un affare di terra, di spazio, di luoghi e sopralluoghi, è la riscoperta del paesaggio cinematografico nazionale, delle chiesette, delle fontane e dei palazzi appena segnalati dalle guide ma ricchi di tesori da apprezzare in silenzio. 
Ma è pure e soprattutto il luogo-soglia, quello in bilico fra il dentro e il fuori, l'interno e l'esterno, in cui i due amanti vivono la loro sospensione e la loro volontà di fuga. Senza nessuno spostamento reale.

domenica 27 novembre 2011

Olanda: il paese senza strade


In questi giorni in cui sento la necessità di andare via, di viaggiare, di vedere posti nuovi, paesaggi rassicuranti per poter "staccare la spina" e ritrovare la mia strada, mi sono ritrovata a leggere un articolo su un paesino dell'Olanda delizioso, Giethoorn, il paese senza strade.


Giethoorn è un villaggio di 2.600 abitanti della provincia di Overijssel, conosciuto come la "Venezia del Nord" per i suoi stretti canali attraversati da imbarcazioni che si muovono come delle gondole. La sua caratteristica è che nel quartiere vecchio non ci sono strade, a parte una pista ciclabile.



I trasporti sono fatti via acqua nei vari canali che attraversano questo villaggio, famoso per i suoi 176 ponti di legno immersi nel verde. Questa cittadina si trova a 120 km da Amsterdam nel mezzo di un parco naturale in una zona costellata di torbiere acquitrinose, non ha strade, perché era nato per nascondere i suoi abitanti (della setta dei Flagellanti) dalle persecuzioni religiose del XII secolo.
Non viene anche a voi la voglia di preparare la valigia e rifugiarvi in questa piccolo paradiso terrestre?