lunedì 26 settembre 2011

Oggi vorrei farvi fare un viaggio in un luogo meraviglioso, ove si respira l’aria dei tempi passati e si sente la magnificenza delle antiche civiltà.


Il Pergamon Museum di Berlino.

Varchiamo, dunque il ponte che ci dà accesso alla cosiddetta isola dei musei (Museumsinsel), un triangolo di terra circondato dal fiume Sprea. Tra il 1824 e il 1930 questa isoletta viene destinata ospitare cinque musei, tra i quali, appunto, il Pergamon Museum.

Il Pergamon Museum oltre ad  essere una delle attrazioni più importanti della città è anche uno dei musei  più famosi della  Germania e del mondo. 

La monumentalità delle sue opere colpisce lo sguardo e il cuore di chiunque lo visiti dall’intenditore al profano.

Il suo nome “Pergamon” è dovuto all’antica città di Pergamo, situata nell’attuale Turchia, da dove provengono la maggior parte delle opere esposte.

Le collezioni principali sono tre tutte poste nello stesso edificio:

quella di arte antica (Antikensammlung),

il museo dell’Asia Anteriore (Vorderasiatisches Museum),

e il museo dell’arte islamica (Museum fur islamische Kunst).

La storia del museo ha inizio con gli scavi dell’archeologo tedesco Carl Human (seconda metà dell’Ottocento in Anatolia).

Human scopre l’acropoli dell’antica città di Pergamo, un insieme di monumenti di inestimabile valore artistico ed archeologico.

Quando visitai questo museo, tanto tempo fa restai immobile, in ammirazione di fronte alla magnificenza delle porte babilonesi custodite al suo interno.

La loro bellezza e la vivacità dei colori riempiva gli occhi e arrivava a colpire il cuore così da far rimanere lo spettatore a bocca aperta senza riuscire a proferire verbo alcuno.

Davanti a tale spettacolo mi trovai a chiedermi quante persone avessero lavorato alla loro costruzione, quanti architetti, operai o pittori, e quanti di loro avessero  potuto godere dello sguardo d'insieme.

Quanti avessero visto la fine di quella talentuosa opera.

Per i posteri non ha alcuna importanza, la cosa che ricorderanno sarà solamente la visione delle porte terminate.

Nulla di più, non una parola sulle migliaia di maestranze e sulle menti dei costruttori.

Resta solo l’opera finita e nessuno, o soltanto gli esperti si ricordano chi ne è l’artefice.

A volte nella vita si costruisce e si corre, ma non pensiamo mai che forse domani non lo ricorderà nessuno…


2 commenti:

  1. Sono meravigliose e ciò che ti trasmettono è veramente unico. Silvia

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  2. Grazie Silvia x aiutarci e commentare !!!!!

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