Storia dell'Albero di Natale (Wikipedia)
L'immagine dell'albero come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema
pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal
Cristianesimo. L'
abete, essendo
conifera sempreverde, facilmente richiama il perpetuarsi della vita anche in inverno. Presso molti popoli, in particolare gli
Indoeuropei, l'Albero Cosmico rappresenta la manifestazione divina del cosmo. Ne sono esempi l'albero Cosmico indiano" il puro, il
Brahman. Tutti i mondi riposano in lui" (Katha -
Upanishad VI, 1), lo
Yggdrasil germanico, il veterotestamentario
Albero della Vita (
Genesi 2 ,3). Molti commentatori cristiani lo identificarono con
Gesù Cristo o
Sant'Antonio da Padova. Tra di loro
Beda il Venerabile che scrisse :
[1]" Figura anche di un mistero spirituale, cioè del nostro
Dio e Signore
Gesù Cristo. Di lui è detto, nella lode della Sapienza :" È l’albero della vita per coloro che l’afferrano " (
Proverbi, 3, 18). Ruperto di Deutz scrisse che "albero della vita è il Cristo"
[2].
La derivazione dell'uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza anche se sembra che sia nata a
Tallinn, in
Estonia nel
1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, Raekoja Plats, attorno al quale giovani scapoli uomini e donne ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Tradizione poi ripresa dalla
Germania del
XVI secolo.
Ingeborg Weber-Keller (professore di
etnologia a
Marburgo) ha identificato, fra i primi riferimenti storici alla tradizione, una
cronaca di
Brema del
1570, secondo cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di
Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lingue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel
1510).
Il teologo luterano
Oscar Cullmann sostiene che l'albero di Natale accoglie, certamente, i miti dell'albero, simbolo del rinnovarsi della vita, delle antiche genti europee (e asiatiche e amerindi ecc.), ma direttamente esso trae la sua origine dagli alberi innalzati, e ornati di frutti e altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali: durante queste cerimonie, quasi liturgiche, si metteva in scena episodi biblici, come il Genesiaco racconto dell'antro della vita.
Precedentemente a questa prima apparizione "ufficiale" dell'albero di natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale celebrato proprio in
Germania il
24 dicembre, il "
gioco di Adamo e di Eva" (
Adam und Eva Spiele), in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del
Paradiso. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché questi ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere
sempreverdi, dono che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. Non a caso, sempre in Germania, l'abete era anche il posto in cui venivano posati i
bambini portati dalla cicogna.
L'usanza, originariamente intesa come legata alla vita pubblica, entrò nelle case nel
XVII secolo ed agli inizi del
secolo successivo era già pratica comune in tutte le città della
Renania. L'uso di candele per addobbare i rami dell'albero è attestato già nel
XVIII secolo.
La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in modo particolare nell'
Europa di
lingua tedesca (si veda per esempio l'usanza dei
mercatini di Natale), sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizionale
presepe). A riprova di questo sta anche la tradizione, introdotta durante il pontificato di
Giovanni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addobbare l'albero come una celebrazione del legno (bois, in francese è sia inteso come "albero" sia come "legno") in ricordo della Croce che ha redento il mondo (Padre Thomas Le Gal); si noti la similitudine dell'albero con il pilastro cosmico chiamato Yggdrasill dalla mitologia nordica, fonte della vita, delle acque eterne, cui è vincolato il destino degli uomini: similitudini queste sincreticamente assorbite nel culto cristiano che celebra l'albero di Natale e la Croce stessa. La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata anche dai missionari cristiani tra l'VIII e X secolo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale.
Nei primi anni del novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi
immancabili nelle case dei cittadini sia
europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbolo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Nel
dopoguerra il fenomeno ha acquisito una dimensione commerciale e
consumistica senza precedenti, che ha fatto dell'albero di Natale un potenziale
status symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.
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